STANCO è il nuovo singolo dei NUMERO6, in uscita il primo aprile per The Prisoner Records e in distribuzione The Orchard, che segna il ritorno della band genovese dopo otto anni dall’ultimo disco in studio. La canzone è stata scritta e prodotta da da Michele Bitossi insieme ad Alessandro Bavo e missata da Ivan Antonio Rossi con la collaborazione agli arrangiamenti di archi di Lorenzo Diblasi. Nati dalle ceneri dei Laghisecchi e considerati tra i rappresentanti più significativi del pop rock indipendente degli anni duemila, i NUMERO6 hanno all’attivo sei album, numerosi EP, svariati singoli e una serie di collaborazioni tra cui spiccano quelle con Bonnie “Prince” Billy, Colapesce, Enrico Brizzi.
Ecco cosa ci hanno raccontato a riguardo!
In che senso siete “fuori dal tempo”?
Quella è una frase ad effetto per farci fare la domanda che hai fatto senza sapere poi dare una risposta plausibile.
Le influenze musicali dei Numero 6 sono sempre le stesse? Cos’è subentrato di nuovo in questi otto anni dove l’indie è diventato trap?
Al netto del fatto che faccio un po’ di fatica a metabolizzare l’affermazione “l’indie e’ diventato trap” (ma semplicemente perché per me “indie” sono -al limite- i Pavement, i Sebadoh o i Fugazi) io personalmente ascolto tanta roba, senza steccati’e snobismi. Per esempio sto ascoltando anche trap e drill, specialmente roba proveniente dal Regno Unito.
Siete attenti anche alle nuove uscite? C’è qualcosa in particolare che vi ha mosso a tornare in attività?
No. Siamo tornati a pubblicare musica essenzialmente perché abbiamo avvertito la voglia di dire nuovamente qualcosa, alla nostra maniera. Diciamo che proprio la quasi totale assenza di proposte come la nostra ci può aver motivato a tornare.
Perché “Stanco” rappresenta in pieno il vostro ritorno?
Perché sia musicalmente che dal punto di vista testuale è la sintesi perfetta di quello che siamo e che ci piace fare.
Morgana Grancia
