Fuori da venerdì 23 giugno il nuovo singolo di Chiara Filomeni dal titolo “Dignità Rubata”. Con questo pezzo, la cantautrice marchigiana di stanza a Londra ci accompagna nel suo mondo interiore raccontandoci le sue ferite, ma lo fa con una vivace leggerezza che si ispira alle sonorità brasiliane. “Dignità Rubata” è un brano perfetto per avvicinarsi all’estate in punta di piedi, nel dolce risveglio in un nuovo inizio.
Quali sono i generi e gli artisti che hanno influenzato maggiormente il tuo modo di fare musica?
Sono cresciuta con i cantautori italiani, in particolare Battisti, De André e Battiato, tra i preferiti di mio papà. Quando ho iniziato a sviluppare un mio personale gusto musicale, il mio primo amore è stato Beyoncé – che amo non solo musicalmente, ma come icona femminile, donna in carriera e tutto ciò che di meraviglioso ha da offrire. Amy Winehouse, Lana Del Rey, Florence and The Machine mi sono state vicine per tutta l’adolescenza, per poi iniziare a scoprire artiste come LEON, IDER, Lianne La Havas – artiste contemporanee – ma anche Ella Fitzgerald, Etta James, Nina Simone – parte di un background di classici che sto ancora approfondendo e da cui imparo tantissimo.
Chi è l’ascoltatore perfetto di “Dignità Rubata”, il tuo nuovo singolo?
L’ascoltatore perfetto è una persona che ha voglia di mettersi le cuffie mentre cammina cercando di distarsi dai propri pensieri e per non sentire i rumori della città, è una persona che ascoltando il testo si sofferma sulla frase “La rabbia ha coperto il bisogno di aiuto”e in qualche modo si riconosce. L’ascoltatore perfetto è quello che non giudica, che non si limita all’apparenza, che approfondisce.
Nel 2015 sei stata vincitrice di Area Sanremo. Ci racconti questa esperienza?
Area Sanremo è stata un’esperienza bellissima e del tutto inaspettata. Non ho mai avuto manager o etichette che mi seguissero in quel che facevo musicalmente all’epoca. Ricordo che studiavo a Milano e facevo avanti e indietro, cercando di non lasciare indietro gli esami, e rimanendo concentrata sul festival. Mi sono divertita, ho capito tanto del mondo musicale, e mi ha aperto un po’ gli occhi. Probabilmente grazie a questa esperienza, due anni dopo ho avuto il coraggio di studiare musica a Londra.
A un certo punto ti sei trasferita a Londra per studiare musica professionalmente. Come è stato il primo impatto?
Posso dire che è stata tosta. La lingua e la cultura sono così radicati in noi che quando sei in un posto in cui non conosci nessuno e i tuoi modi di fare sono diversi, ti rendi conto di quante cose si danno per scontate. Con la musica è stato sorprendentemente facile invece, mi sono sentita a casa dal primo giorno, nonostante avessi tantissimo da imparare.
Come continuerà il tuo percorso da ora in avanti?
Ho tanti progetti in mente, legati a me come cantautrice ma anche come vocal coach. Ho in programma di aprire una scuola di musica e parallelamente continuare ad esibirmi, rilasciare musica in italiano – e in inglese con altri progetti paralleli. Insomma, long story short, il mio percorso è pieno zeppo di musica!
Cassandra Enriquez