I pupazzi in Natale in casa Cupiello

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Tante rivisitazioni del “Natale in casa Cupiello” di Eduardo De Filippo sono state e saranno in giro sulle tavole dei teatri più o meno grandi d’Italia. Non mancheranno occasioni per vedere, ascoltare e riprodurre l’opera della letteratura italiana di Eduardo con il piglio di amare il Natale e non poter fare a meno di associarli. Al pari de “Lo Schiaccianoci” e del candore della neve. Fino ai pupazzi del “Natale in casa Cupiello” di Lello Serao andato in scena al Teatro Area Nord di Piscinola. Un’opera per grandi e piccoli, capace di richiamare i valori di Eduardo con strumenti inediti che il regista Lello Serao ha voluto spiegarci dalla genesi alla messinscena prodotta dai Teatri Associati di Napoli. “La genesi di questo lavoro è stata lunga e contrappuntata da ritardi e continue modifiche – ci ha infatti spiegato il regista – ovvero una caratteristica di questo testo avendo subito, anche da parte del suo autore, cambiamenti che si sono succeduti dalla prima edizione del ‘31 fino alla definitiva consacrazione in forma compiuta degli anni ’70. Il progetto nasce da un’idea di Luca Saccoia e Vincenzo Ambrosino che ha preso corpo dall’incontro con il sottoscritto e lo scenografo Tiziano Fario. Il presepe è l’orizzonte dentro cui si muove tutta l’opera sia in senso reale che metaforico; il presepe è l’elemento necessario a Luca Cupiello per sperare in una umanità rinnovata e senza conflitti, ma è anche la rappresentazione della nascita e della morte, è il tempo del passaggio dal vecchio al nuovo, è la miscela tra passato e presente, è una iconografia consolidata e al tempo stesso da destrutturare di continuo, il Presepe si rifà ogni anno, è ciclico come le stagioni, può piacere e non piacere. E’ proprio da questa ultima affermazione che siamo partiti, cosa è diventato quel Tommasino, Nennillo, così come lo appella la madre, considerandolo un eterno bambino? Come si è trasformato dopo quel fatidico si sul letto di morte del padre?” Un punto interrogativo che Eduardo ha ingigantito man mano che passavano gli anni tra la prima e la ricordata definitiva compiutezza, raggiunta solo quarant’anni dopo la primissima edizione. Un calvario editoriale a cui non si è sottratto Lello Serao! “Ci abbiamo provato in ogni modo a dare risposte – chiude infatti il regista – immaginando che Tommasino abbia pronunciato quel si convinto, che da allora in poi, dovesse esserci un cambiamento, pensando che non fosse solo un modo di accontentare il padre morente, ma che fosse l’inizio di un percorso nuovo, di una nascita, così come il Presepe racconta. Ecco allora Tommasino farsi interprete a suo modo di una tradizione, eccolo testimone di un rito e di una rievocazione di fatti e accadimenti familiari comici e tragici che hanno segnato la sua vita e quella di quanti alla rappresentazione prendono parte. Per farlo, per rendere ripetibile il rito Tommasino si serve di pupazzi, di figure che si rianimano dentro i suoi sogni/incubi, che continuano a riaffacciarsi ogni anni come il Presepe e i suoi pastori. Si lascia sorprendere ancora una volta dalle storie che questi raccontano, vi prende parte, gli fornisce le battute, riaccarezza il sogno di Luca Cupiello di smussare i conflitti attraverso il rituale del Presepe. Tommasino aspetta il pubblico come fossero i Re Magi portatori della buona novella”. La messinscena partenopea ha potuto così dare credito all’immaginifico lavoro del “Natale in casa Cupiello” per attore cum figuris di Eduardo De Filippo a cura di Interno 5 e Teatri Associati di Napoli, ideato da Vincenzo Ambrosino e Luca Saccoia con Luca Saccoia e regia di Lello Serao. Lo spazio scenico, le maschere ed i pupazzi sono a cura di Tiziano Fario, i costumi di Federica del Gaudio e le musiche originali di Luca Toller. Assai importante il disegno luci di Luigi Biondi e Giuseppe Di Lorenzo con il prezioso laboratorio di figura a cura di Irene Vecchia nell’ambito più generale delle scene di Ivan Borrelli, le luci e fonica di Mattia Santangelo e la lungimirante produzione a cura di Hilenia De Falco in rappresentanza proprio dei Teatri Associati di Napoli. Un sodalizio nato nel novembre 2014 dall’incontro tra Libera Scena Ensemble e Interno5, due realtà storiche di differenti generazioni che scelgono di avviare un percorso condiviso al fine di avvicinare centro e periferia. Questo sodalizio gestisce il TAN nel quartiere di Piscinola nell’area nord di Napoli che dal 2015 è sede di residenze artistiche multidisciplinari e, dal 2018, è Centro di Residenza della Campania sotto la sigla C.RE.A.RE Campania. Ospita una stagione teatrale osservatorio sulla nuova drammaturgia nazionale ed internazionale all’interno di un progetto denominato #ConfiniAperti. Ha prodotto negli ultimi anni lavori di registi e autori tra cui Carlo Cerciello, Marcello Cotugno, Davide Iodice, Fabio Pisano e Lello Serao. Ivi compresi pupazzi e maschere del “Natale in casa Cupiello”.

Massimiliano Craus

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