Il Prezzo del Perdono: Trauma, Vendetta e Redenzione al Teatro Cortese di Napoli

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Perdono, ma non dimentico. Quante volte abbiamo sentito dire questa frase. Ma qual è il vero “prezzo” di questo perdono? A volte per ottenerlo o per concederlo siamo disposti anche ad intraprendere azioni sconvolgenti, con conseguenze irreversibili. “Il prezzo del perdono” di Gianni Caputo andato in scena lo scorso weekend al Teatro Cortese di Napoli, diretto da Anna Sciotti, si propone di esplorare le profonde conseguenze emotive che accompagnano il desiderio di superare eventi traumatici, dopo le quali nulla sarà più come prima.

Il testo, intriso di una forte carica emotiva, segue la storia di Vittoria, una donna tormentata che cerca disperatamente di elaborare un trauma del passato: una violenza subìta quando, giovanissima, era militante dei cosiddetti gruppi “extraparlamentari”, molto attivi durante la Prima Repubblica. Suo marito Andrea è diventato membro della Commissione d’Inchiesta Parlamentare che dovrà fare luce proprio su quei tragici momenti. L’arrivo inatteso di Jacopo, un medico conosciuto casualmente da Andrea, riaccende in Vittoria – che non si è mai ripresa del tutto da quel trauma – il desiderio di vendicarsi poiché crede di riconoscere nel nuovo arrivato il suo aguzzino di un tempo. Nulla sarà più come prima.

I personaggi, di non facile interpretazione, hanno posto una sfida al trio di attori coinvolto, composto da Gianni Caputo nel ruolo di Andrea, Giulia Mancini nel ruolo di Vittoria e Mario Troise nel ruolo di Jacopo. I tre hanno brillantemente risposto a questa sfida offrendo una performance notevole che ha trasportato il pubblico in un viaggio emotivo intenso. Le loro interpretazioni hanno reso credibile e coinvolgente ogni momento della trama, regalando al pubblico una visione autentica dei personaggi e delle loro lotte interiori.

La regia è di Guglielmo Marino, non nuovo a testi che definiremmo “impegnati” e carichi di tematiche sociali rilevanti, ha saputo dosare abilmente i momenti di drammaticità con quelli di alta tensione, mantenendo costantemente viva l’attenzione dello spettatore. La scelta musicale, inclusa la suggestiva colonna sonora con brani come il “Notturno” di Chopin, ha contribuito a creare un’atmosfera avvolgente e coinvolgente.

Complice della buona riuscita dello spettacolo anche la scenografia minimalista di Sissi Farina che ha sostenuto efficacemente la narrazione, senza mai distrarre dal nucleo emotivo della storia.

“Il Prezzo del Perdono”, atto unico dalla durata di un’ora e dieci circa, porta in teatro con coraggio e sensibilità temi importanti come la violenza di genere e la corruzione politica, offrendo una riflessione potente sulle conseguenze degli eventi storici e delle azioni individuali sulla vita delle persone.

Lo spettacolo ha registrato il tutto esaurito, con il pubblico che ha risposto con lunghi applausi e complimenti agli attori alla fine dello spettacolo. “Il Prezzo del Perdono” ha dimostrato di essere non solo un’opera teatrale di grande impatto emotivo, ma anche un’occasione per la riflessione e la consapevolezza sui problemi sociali che ancora oggi affliggono la nostra società.

Francesco Pace

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