Oggi intervisto i Meteora. Questi sono una band nata a Siracusa nell’autunno del 2016. Fin da subito scelgono di percorrere la strada della composizione, mischiando le sonorità tipiche del pop/rock a quelle del classico stile cantautoriale italiano. Iniziano a percorrere una buona attività live, esibendosi in diversi locali della Sicilia e partecipando a vari contest. Proprio da questi arrivano le principali soddisfazioni, con la vittoria del Volcano Rock Contest, del Ridicol-eat e del Sicily Village Contest. Il loro pop/rock, insieme ai testi rigorosamente in italiano, crea atmosfere facili da ascoltare e indirizzate a un pubblico di ogni età. Batteria, basso e chitarra rappresentano l’asse portante del loro sound, al quale va aggiunto l’uso di synth e pianoforte elettrico, che fa confluire il tutto in un rock plastico molto evocativo. Una delle ricchezze del loro sound è proprio la molteplicità di influenze musicali dei componenti.
Il primo lavoro dei Meteora è stato l’EP “Via Milano 46” (2017), titolo che riprende il nome dalla via in cui si trova la loro sala prove. A distanza di qualche mese esce “Due o tre cose che so di lei” (2018), opera più matura e idealmente dedicata al celebre film di Godard. Il 2020 è l’anno di “Storyteller”, lavoro decisamente più introspettivo e consapevole, album nel quale i Meteora hanno sperimentato sonorità nuove e soluzioni artistiche diverse. Ma conosciamoli più da vicino.
Ciao ragazzi, benvenuti al Corriere dello Spettacolo. Non vi faccio domande sulla vostra biografia, perché ho detto tanto. Di conseguenza, vorrei parlando del vostro nuovo album che si chiama “Storyteller” e del singolo “Via Mameli”…
“Storyteller” è un album che uscirà tra qualche settimana. Sarà composto da nove brani. Tra questi, oltre “Via Mameli”, c’è “Seitan”, singolo uscito qualche mese fa. Abbiamo scelto di chiamarlo “Storyteller” perché raccontiamo delle storie, storie diverse. Storie che sono successe, che hanno fatto parte di noi, delle nostre vite. Un album composto da un ventaglio di emozioni che hanno investito i Meteora nell’ultimo anno
Prima avete citato il brano “Seitan”, non vi chiedo nulla di questo, ma vi chiedo di raccontarci qualcosa di “Via mameli”, ovvero il secondo estratto da questo ep uscito da pochi giorni fa. RACCONTATEMI QUALCOSA DI “VIA MAMELI”, MA SOPRATUTTO PERCHÈ RACCONTARE LE STORIE CHE COMPONGONO STORYTELLE?
“Via Mameli” racconta la storia di uno di noi. Storyteller nasce perché crediamo che le storie che raccontiamo non siano solo le nostre, nel senso che pensiamo che esse hanno un valore universale. In questa prospettiva, abbiamo cercato di dare una chiave positiva a ciò che all’inizio può sembrare una grande tragedia (la fine di una storia d’amore da lasciati), ma che alla fine non lo è, perché di fatto una storia, al di là del negativo, ti lascia sempre qualcosa di positivo. Infatti, se pensiamo a come siamo adesso, lo dobbiamo anche agli amori, alle storie sbagliate. Questo è il senso di “Via Mameli”: sì nostalgie, malinconie, ma non troppe.
COSA VI DICONO LE PERSONE DELLA VOSTRA MUSICA?
Nulla di particolare! Però si è creato un rapporto profondo, anche con chi ci ascolta per la prima volta. Più che altro, ci scrivono o ci dicono in privato che le nostre canzoni sembrano raccontare la storia di ognuno di loro. Insomma, nelle nostre canzoni ritrovano dei frammenti delle loro storie vissute. Questa è una cosa bella che fa piacere.
Il fatto che persone trovino frammenti di loro stessi è una cosa bella e importante. Non ho altre domande da farvi, grazie per il tempo dedicato. Un saluto e un grande in bocca al lupo per le vostre canzoni.
Giuseppe Sanfilippo