Dal lancio di No Limits alle prossime iniziative sociali in cantiere
Ilaria Solazzo, giornalista, blogger e scrittrice, ha intervistato per questa testata Andrea Titti, giornalista non vedente, direttore responsabile di una testata web e direttore editoriale di una società di comunicazione, con sede in Provincia di Roma, più precisamente ad Albano Laziale, storica città dei Castelli Romani.
Andrea Titti, classe 1981, ha inteso caratterizzare il suo impegno professionale, così come la testata che dirige (www.metamagazine.it) per una forte vocazione sociale. Moltissime sono state le iniziative, i progetti e gli eventi che negli anni lo hanno visto protagonista, in veste di organizzatore e promotore, su temi rilevanti quali, l’accessibilità, le pari opportunità, la questione femminile, lo sport, la cultura, l’attenzione al mondo giovanile. In questi giorni ha lanciato un nuovo format video-social, trasmesso sui canali di Meta Magazine, dedicato proprio all’accessibilità ed al mondo delle disabilità. “No Limits: Oltre le Disabilità” è il titolo del programma.
Andrea, ci potresti descrivere l’idea di questo nuovo programma?
“No Limits è uno spazio dove raccontiamo delle storie di persone, associazioni, realtà sociali, in cui possa emergere una visione innovativa rispetto al concetto di inclusione dei disabili nella società, basato principalmente su una nuova cultura dell’accessibilità. I disabili non sono una categoria ma persone che, in quanto tali, devono poter godere di pari diritti e pari opportunità, per poter vivere pienamente la loro vita, indipendentemente dalle loro caratteristiche”.
In questi giorni è andata in onda la prima puntata di No Limits; come è andata?
“E’ stato nostro graditissimo ospite Matteo Salandri, giovane non vedente, appassionato di accessibilità e di trasporti che lavora in una grande azienda pubblica del settore ferroviario, con la passione per lo sport, che ha praticato praticamente da sempre. Pensate che lo scorso anno ha vestito la maglia azzurra ai mondiali di Surf svoltisi in California. Ascoltandolo si capiscono benissimo, sia le ragioni per cui abbiamo ideato questo format, sia cosa intendiamo noi per accessibilità”.
In trasmissione parli anche di un “Manifesto per l’Accessibilità”; cosa intendi dire?
“In ogni puntata chiederemo ai nostri ospiti di esprimere un concetto che vorrebbero vedere scritto in un ipotetico Manifesto per l’Accessibilità. Al termine del primo ciclo di puntate, andremo a mettere assieme tutti i contributi che riceveremo, scrivendo così un Manifesto per l’Accessibilità, da presentare e far sottoscrivere da cittadini e rappresentanti istituzionali. Accanto al Manifesto apriremo dei tavoli tematici da cui vorremmo che prendessero forma delle proposte concrete, sempre sul tema accessibilità, da proporre agli enti locali ed alle istituzioni di ogni livello, in modo tale da concretizzare la nostra idea di inclusione sociale vera”.
Come vivi il rapporto alla tua disabilità?
“Chi dice di essere completamente sereno rispetto ad una disabilità mente sapendo di mentire. Certamente si può imparare a convivere con una condizione, cercando sempre di trarre il massimo delle tue possibilità. E’ ciò che provo a fare io ogni giorno”.
Dici di non considerare i disabili una categoria ma persone: in che senso?
“Prima di tutto la disabilità non è un problema clinico ma una questione sociale, e come tale andrebbe affrontata. In seconda battuta i disabili non sono animali in via di estinzione, una specie da proteggere, sono persone che godono di pari diritti e debbono avere pari opportunità, indipendentemente dalle loro caratteristiche o condizioni”.
Ci fai degli esempi?
“Una donna in cinta non è considerata disabile, ma nel periodo della gravidanza necessità di alcune attenzioni diverse rispetto alle altre donne per avere accesso ad una serie di servizi e vivere una vita cosiddetta normale. Una persona anziana non è disabile, ma per vivere pienamente la sua età ha bisogno che l’ambiente in cui vive le permetta di farlo in autonomia. Abbattere le barriere architettoniche nelle città non è solo per chi si muove in carrozzina ed è considerato disabile, ma anche per una mamma che spinge il passeggino di suo figlio. Città e servizi accessibili non significa concedere qualcosa alla categoria dei disabili, ma migliorare la vita di tutti”.
Quali sono i progetti e le iniziative che hai realizzato sul tuo territorio di cui sei più orgoglioso?
“Tutte le iniziative che abbiamo portato avanti mi hanno reso orgoglioso, perché ognuna aveva una ragione profonda e l’abbiamo realizzata con il cuore. Se devo citarne alcune, penso a: Giornalista non per Caso, progetto in alternanza scuola lavoro, realizzato in collaborazione con le scuole superiori dei Castelli, volto ad approfondire insieme agli studenti, l’uso consapevole dei social-media, la comunicazione e la professione giornalistica. Mi fa particolarmente piacere ricordare l’iniziativa che, insieme all’Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti di Roma e Provincia, ci ha portato nelle classi del mio ex liceo, per discutere con gli studenti su come un non vedente vive la loro età. La manifestazione di piazza che abbiamo convocato sul tema della violenza di genere, dopo alcuni tragici fatti di cronaca accaduti sul mio territorio. Impossibile citarli tutti”.
Progetti futuri?
“Il prossimo 10 Settembre, sempre insieme all’UICI ed alle Aquile dei Castelli Moto Club Guzzi APS, organizzeremo una giornata dal titolo: Scoprendo La Moto Guzzi, Non Vedenti su due Ruote. Sulle rive del Lago Albano di Castel Gandolfo, i non vedenti che aderiranno, potranno fare un giro in moto lungo la famosa Via dei Laghi, oltre che effettuare una esperienza tattile sulle Moto Guzzi presenti all’evento, tra cui una risalente al 1939. Un omaggio ad un marchio, quello della Guzzi, tra i pochi restati autenticamente Made in Italy. Nel prossimo inverno invece, vorremmo promuovere una mostra d’arte incentrata sul tema accessibilità, ma non posso anticipare nulla di più”.Grazie Andrea per la chiacchierata, ed in bocca al lupo per tutte le tue bellissime iniziative.
Ilaria Solazzo