Presso la Feltrinelli Point di Arezzo, il giorno 16 febbraio 2024 alle ore 17, avverrà la presentazione del libro “Prima” di Gabriella Cinti. Insieme all’Autrice, presenterà il volume lo scrittore Massimo Triolo.
Dallo scritto di Massimo Triolo dedicato alla poetessa:
Il “Prima” del titolo non è solo la voce ancestrale e protomorfa della vita il cui canto si perde nella foresta della notte, ma è anche ciò che precede il gesto e la parola, l’intrico sillabico di plurime attribuzioni di senso a qualcosa di orbo e catafratto, annoso e uguale come un fondale, sempre diverso come il volto del tempo. Quantità oceaniche di tempo sono occorse al transito dell’umana vicenda e testimoniano dell’urgenza della vita ma non meno di un liminare annuncio di morte alle soglie di ogni suo istante. In queste liriche v’è la cartografia, geologica e biologica, mitica e di pensiero, di questo corso che accade ma raramente ha veste di evento se non colto in rilievo dal chiaroscuro di una parola sapiente e gemina del divino che è in tutti noi. Il paradosso è che ciò che precede sembra ormare un futuro che è un velo di Maya, scavato dal vomere di una esperienza sempre più viva e meno rituale e figlia del sedimento di memoria.
Con mille astuzie di forma, ma mai calligrafiche, l’autrice danza la danza del presente che raccoglie echi atavici di creazione e l’istanza lucivaga di una prospettiva aperta, seppure il futuro di chi è alle nostre spalle sia ora il nostro passato, seppure lo spazio del progettare ricada su avite tracce, v’è una sottile cruna di luce da attraversare per consegnare la testimonianza di un esistere, fuori dalla sua emorragia continua, al tempio di una liturgia sacrale che si fa voce dell’inesprimibile, azzardo di una caducità memore come sangue e distratta come un volo di farfalla.
Queste poesie non sono a digiuno di classicità ma prendono la piega di un linguaggio poetico inedito e distintivo, con un grazia nutrice di splendore anche nella notte fonda dell’incertezza.
Dalla raccolta:
LIMULO
(Da “Prima” di Gabriella Cinti)
Da duecento milioni di anni
fai l’amore al plenilunio,
immutabile fossilino vivente,
hai più occhi che corpo,
– e due solo per trovare la tua lei –.
E tante braccia per tua primigenia techné,
tu multiprensile d’aria e d’amore,
goloso di respiri e di vita afferrata.
Granchio misterioso venuto dall’Inizio,
il dono segreto dell’identità
permanente, custodito nel tuo guscio,
la tua vista di notte espansa a milioni,
il tuo sguardo multiplo, sbarrato di immenso,
per navigare intatta la notte del tempo.
Tuo è l’abisso d’alghe della vita
Tuo il primato di essenza
Tu che nuoti con gli occhi
leggi anche la mia direzione:
il mio nuoto disorientato
affidato ai tuoi occhi d’origine,
espansi di biosapienza
Limulo Polifemo,
guarda il tutto per me
fammi sorella della visione obliqua,
come te, Segugia acquea della luce.