Alienate. Un viaggio a Girifalco, tra realtà e poesia

Data:

Al Teatro Pietro Aretino di Arezzo, il 12 dicembre 2024

Alienate, è questo il titolo dello spettacolo portato in scena dall’attrice Francesca Ritrovato, accompagnata sul palco dal musicista Fabio Macagnino.

Più di uno spettacolo, direi una vera e propria esperienza, un viaggio in Calabria, in particolare a Girifalco e nel suo storico ospedale psichiatrico. L’attrice ha compiuto un attento lavoro archivistico, reperendo lettere e materiale, consentendole di dare vita a quelle donne che la vita l’avevano persa, la cui vita era finita nell’oblio, vissuta all’interno di una struttura che al tempo somigliava quasi a un carcere. Tra queste donne, alcune erano finite a Girifalco per disturbi oggettivi, altre per cause diverse, a volte motivi futili, come per esempio “una fuitina non andata a buon fine”.

La ritrovato ce le narra attraverso non solo la sua grande capacità attoriale (maturata tramite una formazione compiuta tra Italia e Parigi), ma anche e soprattutto empatica. L’attrice fa sue le fragilità e le peculiarità di queste “pazienti”, interpretando la pièce attraverso il suo accento calabrese, arricchito da una grande intensità mimica e istrionica, trasportando nel pubblico magnetismo e un veemente impatto emotivo.

“Alienate: mi sembra che in questa parola convivano luoghi/non luoghi, passato e presente, donne, visioni, realtà e irrealtà.”, dice l’attrice. Il monologo è proprio questo, un misto tra realismo e visione, proprio perché in alcuni contesti è la visione a diventare realtà, quando la realtà è così estremizzata da divenire astratta.

Girifalco era un luogo dove tutto era possibile e dove sogni e incubi si presentavano a intermittenza: questo sembra raccontare la Ritrovato, mentre recita in una scena quasi priva di arredamento, sfondo nero, accompagnata dal bravissimo Macagnino, che rende lo spettacolo ancora più interessante e completo, attraverso brani originali, intimi e onomatopeici. Emblematico anche il disegno luci di Stefan Schwitzer, che gioca bene coi contrasti dei chiaro-scuri.

L’attrice sul palco gioca con veli e vesti, se li toglie e se li mette, a seconda del personaggio che interpreta, divenendo quasi l’iconografia della Vergine Maria, quando deve riportare l’estasiato misticismo religioso di una delle protagoniste.

Una messa in scena ricca di tutto: creatività, originalità, intensità emotiva e naturalmente poesia, in grado di raccontare un pezzo di storia con grande sensibilità e abilità artistica.

Abbiamo visto Alienate anche grazie al sostegno del Teatro di Anghiari. La performance è stata voluta fortemente dall’Associazione Basagliana di Arezzo in occasione del centenario della nascita di Franco Basaglia.

Stefano Duranti Poccetti

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